Anna Laura Longo

è pianista, performer, artista visiva e autrice versatile. Opera nell'interdisciplinarità ed è attiva come ricercatrice indipendente, muovendosi con disinvoltura all'insegna di una fusione e compenetrazione dei linguaggi. Unitamente all'attività musicale, che scaturisce dalla sua formazione specificamente pianistica, pratica nella fattispecie una scrittura di ricerca che si esplicita attraverso la creazione poetica, la prosa sperimentale (che dà forma a Corollari intrepidi), la saggistica e critica musicale e, inoltre, la drammaturgia e il teatro musicale in versi. Il lavoro poetico e testuale, ma al contempo sonoro e artistico - visuale, va a comporre, in definitiva, un mélange, caratterizzato da densità e da profonda integrazione.

Tra i titoli di poesia pubblicati, contenenti vere e proprie stratificazioni sulla parola-suono abbiamo: Plasma / Sottomultipli del tema "Ricordo" (2004), Nuove rapide scosse retiniche (2009), Procedure esfolianti (2011), Questo è il mese dei radiosi incarnati del suolo (2016), Declinazioni del timbro (2023). 

Tra i volumi di argomento musicale va ricordato Apparati di suoni metodicamente cruciali (2013) vincitore del premio internazionale Lago Gerundo e Viaggio nell'entroterra - Moviment-azioni pianistiche (2021). In preparazione  Epicentri mobili- Per un approccio dinamico-estensivo.


Procedimenti sonori e neo-scritture (tra mobilitazioni del suono, del gesto, del verso e della parola)

Anna Laura Longo elabora a tutt'oggi delle particolari formule di scritture definite "trasformiste" ovvero scritture idealmente trasfigurate, di tipo materico-oggettuale e, spesso, di natura astratta, a cui si aggiungono pratiche di scritture ulteriori, modulate e portate fattivamente sul corpo, visto come suolo e inoltre restituite in forma performativa, poi traslate e depositate su pagine- territori anche di natura extra- cartacea. Di seguito i titoli di alcuni  lavori portati avanti come performer e presentati in numerose location e rassegne: Color carne per deposizione rossa, Lunghe le mani sfilate dal suolo, Metafisici sguardi, Sono le ciglia luoghi di coltivazione, In un giorno catalizzatore.

Gli esiti di tali ricerche, decisamente versatili e ruotanti intorno a un principio giustappositivo, sono spesso racchiusi in libri- organismo che si affiancano a procedure sonore. Sulla base di tali presupposti continuano a prender corpo versificazioni atipiche e lavori che, a tutti gli effetti, riconducono in direzione della scrittura oggettuale (ivi compresa poesia concettuale, visual poetry, poesia concreta, poesia sonora, poesia performativa, poesia sperimentale, poesia-installazione, scrittura verbo-visiva) con interessanti  dirottamenti verso investigazioni di tipo volumetrico e astratto e con esperimenti che fanno leva su concretizzazioni e "materializzazioni poetiche" molto definite, in termini concettuali oltreché realizzativi. Tali progetti si muovono agilmente all'insegna dell'incisività e della trasversalità dell'azione.

Grazie a queste ricerche di tipo composito ha ottenuto rilevanti  riconoscimenti a livello nazionale e internazionale, con un'ampia diffusione e collocazione in importanti spazi museali, Biennali d'Arte, festival e rassegne.

Le sue opere sono rientrate nelle collezioni e negli archivi o Centri documentativi dei seguenti musei: Museo Reina Sofia di Madrid, MALI Museo di Arte contemporanea di Lima, Museo del libro venezolano di Caracas, Musée Les Abattoirs di Tolosa, MUSAC di León, Castello di Rivoli Museo di Arte Contemporanea, Museo Moderno di Buenos Aires, Scuola Internazionale di Grafica di Venezia, Museo Helga de Alvear di Cáceres e Biblioteca della Fondation Jan Michalski di Montricher in Svizzera (sezione Littérature expérimentale).  Collaborazioni anche con gli istituti Italiani di Cultura di Città del Messico, di Cracovia e di Tokyo. 

Per ciascuna raccolta poetica è stata elaborata una performance specifica, con un'attenzione particolare riguardante l'attivazione dello spazio, che avviene attraverso pratiche gestuali decisamente personalizzate (sulla base di canovacci, disposizioni sceniche e interventi oggettuali e sonori di natura solo in parte replicabile e, il più delle volte, frutto di un'elaborazione in situ). Il discorso si esplica mediante un'interessante ipotesi di radicamento e sradicamento (in riferimento alla parola, al suono, al gesto o all'azione). Tutti i processi messi in atto contemplano evidentemente una parziale o totale riconversione, in termini strutturali, e si configurano dunque come processi di natura cangiante (o iper-cangiante). 

Anche il concetto di presenza-assenza è indagato e riformulato. 

Per i lavori verbo-visivi vengono spesso utilizzati oggetti e materiali diversificati. Le sue opere, soprattutto quelle di medio e grande formato, sono  decisamente multi-materiche.

In esse prevalgono mescolanze, commistioni e indagini selettive incentrate su materiali organici come gel multicolor oppure plastiche, fibre, gomme morbide e dure, elementi vegetali o spugnosi, legno, pane combusto, fuscelli o listelli in pelle o eco-pelle. Assidua anche la progettazione di impianti visuali in ferro, materiali tessili, stralci e assemblaggi di tipo composito, per uno scandaglio e per un'apertura verso i territori della multisensorialità.

Questi i titoli di alcuni libri d'artista (alias libri- organismo): Cloroplasti, Vision Blanche, Atterraggio lunare, Exfoliación 2, Oblungo Rosso- Con incorporazione di tela, VolumetricOscuro, Permutazioni, Avanstrutture, In un singolo punto nodoso, Materializzazioni poetiche, Lurex.

La dicitura spesso impiegata è quella di "poesia addizionale" o "arte addizionale". 

Negli ultimi anni si è sempre più configurata - e concretizzata- l'idea di un' "arte sfogliabile"  vera e propria, a cui si aggiungono, come già detto, sottolineature e demarcazioni sonore e vicissitudini pianistiche che adottano formule performative altrettanto mutevoli, nettamente sperimentali. 

Pianoforti drammatizzati e forme di musicalità espanse (tra strutturazioni e de-strutturazioni, delocalizzazioni o dis-locamenti)

Unitamente alla stesura dei testi di carattere multiforme e all'allestimento di progetti artistico-visivi , vengono portati avanti con assiduità dei progetti con "Pianoforti drammatizzati" ed elaborate vere e proprie drammaturgie sonore, spesso mediante l'ausilio di suoni pre-registrati.

Distorsioni, mobilitazioni e manipolazioni artistiche di pianoforti e strumenti musicali  caratterizzano dunque le più recenti ricerche, non a caso definite pianistiche e trans-pianistiche. In questi casi lo strumento viene ad essere agilmente riconfigurato, in modi suggestivi e fortemente innovativi, per produrre impianti scenici o per attuare azioni performative dalla caratterizzazione molto marcata, dove anche l'aspetto della prossemica viene indagato e vissuto in modo sperimentale.  

Nei "pianoforti drammatizzati"  definiti anche Pianoforti eterocliti (ovvero pianoforti tellurici, pianoforti coltellati, pianoforti-piantagioni, pianoforti con inserti scultorei, pianoforti abissali, pianoforti con lepidotteri in volo, pianoforti-metafore e pianoforti con strascichi integrati o rimovibili) le soluzioni e le seduzioni sia visive sia uditive sono poste a contatto diretto e, il più delle volte, valorizzate con modalità giustappositive.

Va specificato come l'indagine riguardi nel complesso le "forme di musicalità" esistenti e potenzialmente espandibili.  L'interesse viene quindi riversato verso le sottigliezze molteplici che caratterizzano o circondano il suono e che si dimostrano suscettibili di diramazioni e di continue integrazioni-estensioni. L'intenzione è quella di pervenire a un suono costantemente ri-plasmato, di qui la definizione di "accadimenti".

Nello stesso tempo le operazioni artistiche ideate, si riversano anche sugli aspetti prettamente strutturali riguardanti lo strumento stesso che (attraverso smontaggi parziali o sagomature di impronta poeticamente riconfigurativa) diviene quasi un pianoforte scultoreo, percepito come "edificio" di tipo versatile o visto come insediamento e dunque agito - o lasciato agire - alla stregua di un affascinante territorio.

La ricerca valorizza una prospettiva fondata su criteri di  ri-progettazione e ri-modellazione estetica e anche territoriale, per l'appunto. Le esplorazioni in corso traggono facilmente ispirazione  dalla progettualità e dalle formule costruttive legate all'urbanistica e all'architettura.

Il tutto conduce inevitabilmente verso delle deliberate riconfigurazioni installative, oltreché sonore, poiché l'intervento riguarda anche la matericità, la fisicità e il corpo dello strumento o parti di esso.

La conoscibilità (o riconoscibilità funzionale) di uno strumento viene quindi portata a galla come processo anche a sé stante. 

L'itinerario riguarda da vicino quelli che sono i meccanismi di conoscenza in senso lato e, più ampiamente, gli stadi di conoscenza derivanti da nuovi approcci, collegati a loro volta con l'esplicitazione di atti di creazione e, quindi, di svisceramento del tempo.  

La posizione nonché il ruolo del pianista-performer, in queste esplorazioni, cambia radicalmente, per rispondere a un'esigenza sempre più impellente, che va verso una malleabilità espressiva e un'integrazione concreta. Quest'ultima oscilla tra musicalità dell'azione e "musicalità dello sguardo", seguendo una traiettoria altalenante e al contempo decisiva.

Allo sguardo, del resto, è stato dedicato un precedente progetto, assolutamente fondante, alimentato da una progettazione di OCCHIALOIDI e dispositivi ottici, per un ampliamento del concetto di visione (propriamente "Visione espansa").

Alcuni ulteriori studi sulla mano pianistica  hanno animato i percorsi più o meno recenti. La mano, all'interno di questi itinerari dinamici e soprattutto riflessivi nonché speculativi, assume fattezze attoriali pur restando nel novero del "sonoro" e del musicabile, pertanto accanto agli "strumenti drammatizzati" - già citati - si sono concretizzati procedimenti che hanno condotto a lavorare altresì mediante "mani drammatizzate" affiancando antropomorfizzazione o totale stilizzazione e unendo, pur sempre, performance (o performing arts), elementi visivi (condotti quasi su un piano di vistosità) ed elementi prettamente uditivi. Alcuni titoli di questi lavori, presentati come "Trame estetiche" sono: Perno di libertà, Pianoforti eterocliti, Suoni come dolci cospirazioni, Sfondi udibili e visivamente assorbibili, Nuovi adempimenti.

La momentanea o provvisoria decostruzione, ricostruzione o rigenerazione della scrittura va di pari passo con la decostruzione dello strumento o degli strumenti visti anche in senso plurale, e spesso provvisoriamente defunzionalizzati, poi rifunzionalizzati sulla base di scelte, teorizzazioni e prassi apposite, di tipo consequenziale, in una prospettiva stratificata e amalgamante, che trova a sua volta rispondenza, vicinanza e validazione fattiva nella contemporaneità e nella scorrevolezza dell'oggi.

Naturalmente non mancano considerazioni sulla "natura dell'oggetto" in quanto tale (oggetto-strumento in primis) e al contempo sulla natura dell'azione performativa, delicatamente o sontuosamente  riconfigurata, con meditazioni (e mediazioni ulteriori), ruotanti intorno a forma, struttura o spazialità più in generale.

Prende corpo naturalmente, a fronte di tutto ciò,  una de- funzionalizzazione e ricostruzione anche del gesto, che si manifesta attraverso dinamiche sovrapposte o attraverso rifacimenti, che puntano a generare un impatto artistico deliberatamente cangiante.

Alla base di ciascun progetto è presente un vero e proprio slancio ideativo e una  mappatura suscettibile di modifiche.

Tutto l'itinerario è frutto di elaborate riflessioni estetiche, suffragate da estensioni e "vibrazioni" poetiche.

Interessante in questi ambiti l'analisi del criterio di adattamento, tra strutture soggettive e strutture incorporate.

Ultimamente alcune  pratiche ricostruttive prendono in esame anche diversi cordofoni e strumenti a percussione o a fiato, ugualmente defunzionalizzati e infine metamorfizzati.




L'attività di ricerca musicale, in qualità di pianista e indagatrice sonorava dunque di pari passo con quella di autrice e di artista visiva. 

Di seguito i titoli di alcune esplorazioni pianistiche e/o brani che rientrano nel catalogo:

Per raschiare le rocce/Le rocce-separazioni, Velamen, Dentro fuochi ammutoliti da caotiche distanze, Nella pienezza si fa strada un sogno, Vortice trasformativo (a partire da una traccia mnemonica di Domenico Cimarosa - versione I e II), Suoni e paesaggi "striati", Musiche tubolari, Allegorie sonore.

Tra i récital e le performance sonore: Come un'eco l'indomani si apre, Lo spazio sorge / Primo stadio di vicinanza-mistero, Sul potere di evocazione del suono, Klavier-reticolo (Varchi pianistici e ricerche sonore ampliate).

Va ricordato come le prime scritture trasformiste (nella loro forma sorgiva) abbiano fatto proprio riferimento all'uso di tasti o a porzioni di tasti, estrapolati da pianoforti in disuso, coinvolgendo inoltre martelletti e porzioni di corde per installazioni visive di carattere composito e ampliato, nelle quali la vicenda musicale effettiva viene trasferita su supporti audio diversificati, alla ricerca di soluzioni audio-visive non prevedibili, mirando soprattutto a una rivalutazione sostanziale dell'impianto scenico.


Missive al pubblico

Quelle fin qui descritte sono propriamente "operazioni pianistiche" ampiamente descritte e trasmesse attraverso apposite Missive al pubblico, avviate già nel 2021 (diffuse in maxi- buste e custodie sartoriali di colore antracite, corredate di attestazioni diaristiche, versi e testimonianze sia testuali sia fotografiche, riconducibili al genere  del pamphlet e del diario d'artista). 



Uno studio sugli automatismi  e su un possibile disinnesco degli stessi ha accompagnato queste procedure e alimentato inoltre la produzione di numerosi scritti, articoli e saggi sull'argomento.

Il discorso, da questo punto di vista,  prende forma assiduamente tra teorizzazioni e prassi restitutive.

Il tema dell'Ascolto si fa ricorrente e determinante, soprattutto è portato alla ribalta il concetto di rigogliosità dell'ascolto.

Filamenti - scritture

All'interno della produzione di libri -organismo, già menzionati, una sezione a parte riguarda i filamenti-scritture e gli Studi sulla curvatura della linea-verso. Buona parte dei lavori di tal genere è incentrata su trasposizioni dell'atto scrittorio e, in particolare, sulla messa in forma di Materializzazioni poetiche che riconducono verso "manifestazioni" poetiche. 

Sul piano formale è presente un'esigenza di perturbazione delle superfici piane, per un "sommovimento" che sia in grado di produrre un'esperienza anche di tipo propriamente tattile.





Ciò comporta, ad esempio, che nelle traiettorie-ricamo (talvolta impiegate in alcune delle pagine - territorio), il gesto atavico venga deliberatamente densificato, parzialmente mimetizzato, sottoposto a una sorta di distorsione estetica oppure celato, attraverso l'uso di tele adesive e, infine restituito in una nuova forma: la necessità di uno svincolamento dalla tradizione conduce sostanzialmente a un rinnovato posizionamento e a una non replicabilità dell'azione. L'andamento curvilineo delle sagome e delle scritture o versificazioni (definite in questi casi "Scritture tattili-curvilinee"), in ogni caso, porta con sé la necessità di una "riflessione rigenerata". 


Per i suoi libri- strutture o libri-sculture Longo ha anche progettato appositi guanti inediti, con lo scopo di rinforzare l'atto dello sfogliare oppure ha impiegato dei grintosi guanti tattici customizzati, con interpolazioni poetiche e giustapposizioni di scritture (talora pieghevoli o srotolabili), pensate per potenziali e ideali "Esploratori poetici" o "Esploratrici poetiche". Il guanto è stato inserito nelle sue opere anche come parte integrante dell'opera stessa, in forma talora amovibile oppure incapsulato e visto come supporto inedito (indossabile o meno).

Numerose le elaborazioni performative concernenti i passi e i camminamenti e le dinamiche di esplorazione legate al silenzio. Su tutti questi argomenti sono state rilasciate interviste in radio o in forma cartacea.

Risale al 2015 la pubblicazione del volume Universi sonori - Dialoghi sulla musica dei nostri tempi, in cui si è verificato un ribaltamento ed è stata provvisoriamente attiva come intervistatrice. Il progetto editoriale è stato realizzato in collaborazione con l'Associazione Nuove Tendenze.

Le sue riflessioni l'hanno condotta anche a ideare una poesia cinetica o prosa cinetica, entrambe dotate di esuberanti valenze ritmiche. Alcuni titoli legati a questo filone di ricerca sono: Gettiti bilaterali, Cibernetica forza o corteccia, Polvere [o pelle sottile], In auscultazione il corpo giungeva, Nuovi testi residuali. Esistono, a tale proposito, delle partiture ritmiche o anche partiture di tipo informale associate ai testi.

Ha scritto per numerose riviste e blog tra cui: Le reti di Dedalus, FormaFluens, I racconti di Luvi, Musica Domani,  Diwali Rivista Contaminata, L'Age d'Or, Fucine Mute, Musicheria, Mescalina Magazine, Il cucchiaio nell'orecchio, Itamar (Revista de investigación musical).

Ha preso parte alla "Biennale de Livre d'artiste au Portage" in Québec (Canada), alla mostra collegata con il premio Libro de artista di Móstoles (Spagna), alla Biennale d'Arte di Chianciano, risultando premiata con un testo critico dell'ICAC

https://www.artcritics.co.uk/tag/anna-laura-longo/.

Ha esposto nella Libreria Gonnelli di Firenze in occasione della mostra "Libri d'Artista - Quando l'arte incontra il testo", nella galleria Visioni Altre di Venezia, sotto la cura di Adolfina De Stefani e all'interno della mostra Le Porte dell'Aldilà a cura di Susanna Horvatovicova (Praga) e inoltre nella Biblioteca Cantonale di Lugano. Ha portato sue installazioni e contributi artistico- sonori in festival e rassegne, tra cui : festival Siamo fatti per questi tempi di Terni, HangartFest di Pesaro, Biennale de la Danse di Lione e festival CAMPING di Pantin (in collaborazione con Book on the Move). A  Roma nel festival Nuova Consonanza (con l'azione performativa Lenta incubazione di vertigine) e nel festival Alice nel paese della Marranella. E ancora interventi e presenze nel festival delle Arti della Giudecca di Venezia, nella Biennale del Paesaggio di Reggio Emilia, nel festival Signes de Printemps di Parigi, nel Polo Culturale Le Clarisse di Grosseto nell'ambito della rassegna "ARTHE' (Infusioni d'Arte), nella Biblioteca Lazzerini di Prato e nel Museo Villa Bernasconi di Cernobbio.

Ha suonato nel Museo Napoleonico e nel Teatro Keirós in Roma, nella Petite Salle del Conservatorio di Musica di Losanna in Svizzera, nell'Auditorium della "Escuela de Música Creativa" di Madrid, nel Centre Le Phénix di Fribourg e in diverse ulteriori sale da concerto, in Italia e all'estero, in qualità di solista e in formazioni cameristiche.

Di seguito il catalogo aggiornato delle opere di tipo letterario, musicale e artistico-visivo

https://organismilibri.blogspot.com/2025/02/unattestazione-di-energia-attraverso-il.html



Per contatti diretti o per appuntamenti presso lo Studio-atelier "Territorio di stimolazione sonora" in Roma:

annalaura_longo@hotmail.com



A seguire un testo poetico tratto dalla silloge Nuove rapide scosse retiniche:

Chi ha lasciato un guanto sul prato
farà emergere i polsi
rigorosamente muti.
E la luce è ancella
su una moltitudine di danneggiamenti.

Notte salda 
impermeabilizzata:
coglila da lontano
- anche muscolarmente -
la sua Forma è bucata
da essenze e ricercatezze.

Basterebbe strapparne l'onda
che è sperduta e furtiva,
come cadendo.






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